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Black Friday

Alla fine di novembre, lo shopping (soprattutto online) è tutto incentrato sull'evento del Black Friday. La tua casella di posta è inondata dalle migliori offerte da non perdere ed è quasi impossibile resistere alla tentazione dello shopping impulsivo. Ti sembra Snervante? Forse no! Il Black Friday è il momento perfetto per fare i tuoi acquisti invernali o di fine anno... Ma cos'è il Black Friday? 

Cos'è il Black Friday?

Il Black Friday è l'evento di shopping famoso in tutto il mondo in cui puoi beneficiare di offerte spettacolari, a volte anche strambe e impensabili, sia per i negozi online quanto per quelli fisici. L'evento ha avuto origine negli Stati Uniti d'America ed è strettamente legato al thanksgiving day (si festeggia il venerdì successivo al Giorno del ringraziamento).

In America, dove è iniziata questa tradizione commerciale, gli sconti sono davveo impressionanti... capita spesso che i clienti attendino dalla notte precedente l'apertura delle porte per non farsi sfuggire l'occasione d'acquisto.

Anche il Regno Unito ha seguito questa tendenza anche se su calendario non si festeggia questo giorno. Nel 2009-2010, Amazon "ha portato" il Black Friday oltreoceano e da allora la giornata di shopping più affollata dell'anno ha preso un vero e proprio slancio tale che ora è un'evento irrinunciabile. In Europa, gli sconti non saranno alti come quelli in America, ma sono comunque molto apprezzati specie se applicati a prodotti a prezzo elevato.

Perché il Black Friday si chiama così' Quale è l'origine?

L'origine del nome Black Friday non è chiara. Ci sono diverse teorie che circolano su Internet...

La prima teoria ha a che fare con Macy's. Nel 1924, Macy's lanciò la sua famosa parata del Giorno del Ringraziamento a New York come un modo per celebrare il suo successo durante i ruggenti anni Venti. La sfilata ha stimolato lo shopping per il giorno successivo e i rivenditori hanno sviluppato un accordo tra gentiluomini per aspettare fino a quel momento prima di pubblicizzare le vendite delle vacanze... molti creoono che questo sia l'vento che ha dato inizio alla festività...

La seconda teoria risale agli anni '60. Il venerdì successivo al Ringraziamento, i termini "Black Friday" e "Black Saturday" sono stati usati dalla polizia di Filadelfia per descrivere la folla e il traffico. Molte, molte persone si sono recate al centro per approfittare di sconti scandalosi. Poiché così tante persone hanno colpito i negozi, hanno causato una grave congestione del traffico. La polizia ha avuto difficoltà a controllare il caos e ha chiamato il giorno dopo il Ringraziamento "Black Friday"... L'evento ha un vero riscontro storico, ma molte persone non attribuiscono a questo il nome dato alla festività.

La terza teoria risale al 1981 e ha a che fare con acquisti, inchiostro e contabilità. Con tutta l'attività di shopping che si svolge il venerdì dopo il Ringraziamento, questo giorno è diventato il giorno in cui i rivenditori avrebbero finalmente realizzato un profitto, un grande profitto. Ai tempi, i contabili usavano l'inchiostro nero per indicare i profitti quando venivano annotati nei registri finanziari. L'inchiostro rosso è stato utilizzato per mostrare gli importi negativi. Secondo questa teoria, il Black Friday è l'inizio del periodo in cui i rivenditori vedrebbero guadagni e profitti positivi "in the black"... Questa sembra la teoria più affidabile a dire della maggior parte delle persone.

Il nome Black Friday è il nome informale utilizzato dapprima negli Stati Uniti d'America per indicare il venerdì successivo al Giorno del ringraziamento (Thanksgiving Day) che si celebra il quarto giovedì di novembre per ricordare quando nella città di Plymouth ( Massachusetts), i padri pellegrini si riunirono per ringraziare il Signore del buon raccolto.

l Black Friday si festeggia sempre lo stesso giorno ogni anno?

No, non necesariamente. Poiché il giorno del Ringraziamento varia di anno in anno, il Venerdì nero (il giorno dopo il giovedì) cambia di conseguenza. Quando si festeggia il Giorno del Ringraziamento? In tutto il mondo, specie l'Occidente, si celebra la festa del Ringraziamento il quarto giovedì di Novembre. Nel 2016 il Black Friday è stato il 24 novembre Nel 2017 il 23 novembre Nel 2018 il 22 novembre La data è fissata al 4° giovedì del mese di novembre da quando il presidente Abraham Lincoln dichiarò questo giorno come festivo, nella sua famosa Proclamazione di Ringraziamento del 1863.

Come approfittare delle Offerte

Naviga in rete, iscrivitialle Newsletter e tieni d'occhio i tuoi prodotti preferiti. Informati accuratamente sulle Offerte disponibili e al momento giusto effettua il tuo acquisto... ricorda, il Black Friday ha delle date limitate.. è bene non perdere tempo per non rischiare che i tuoi prodotti desiderati finiscano prima del tempo. Buono shopping!

sabato 13 novembre 2021 17:07:00 Europe/Rome Da Sottosconto Curiosita'
5 curiosità sulla cucina francese

Non basta un intero libro per descrivere la complessità e la raffinatezza della cucina francese! Per gli appassionati cuochi provetti qui ci limitiamo soli a riportare 5 curiosità della sua lunga tradizione culinaria e a descrivere 5 utensili che si usano tuttora per cucinare francese.

5 curiosità sulla cucina francese

1. L'origine delle crepes

L'origine delle crepes, cibo popolare diffuso in numerose varianti, si perde nella notte dei tempi. Ogni regione ha la sua crepe speciale, dolce o salata, spessa o sottile, più raffinata se fatta con farina di grano o più rustica se di farro. Sembra però che la radice del suo nome sia di origine latina, da "crispa" o "crispata", ossia ondulata, facendo riferimento ai bordi più secchi e rialzati della crêpe. Ugualmente, le nostre crespelle somigliano alle cugine francesi non solo nel nome, ma anche nell'aspetto.

2. Un croissant da Vienna

Sfatiamo subito un mito: il croissant non è francese. La famosa ricetta del cornetto al burro, simbolo della colazione tradizionale ormai in tutto il mondo, in realtà è austriaca. Di Vienna a esser precisi. E fu portata da Maria Antonietta. Certo venne accolta in Francia così bene da assumerne a buon titolo la paternità.

3. Il sidro: la pozione dei Galli

È risaputo che il sidro debba le sue origine alla lavorazione delle mele in Normandia, tradizione che si tramanda dall'epoca medievale. Fu Giulio Cesare, dopo le campagne di Gallia, a portare questa bevanda alcolica in Italia, che venne accolto molto bene dalla nobiltà romana. In realtà l'archeologia oggi ci dice che in tempi remoti si beveva una bevanda tratta dalle mele fermentate anche nell'Antico Egitto e nella Grecia Classica.

4. Gli antichi romani mangiavano le escargot?

Si tratta dell'usanza dei francesi di mangiare le lumache. Sembra che anche gli antichi romani amassero cibarsi di lumache, quindi probabilmente, siccome la Francia era una provincia piuttosto vicina, quest'abitudine culinaria può essere stata diffusa dai romani e poi tramandata nei secoli fino a oggi.

5. Ratatouille, da ricetta povera al ristorante

Ricetta del popolo contadino per eccellenza, la ratatouille è composta di piccoli pezzi di verdure stufate, come pomodori, zucchine, peperoni, melanzane e cipolla, ed è originaria della Provenza. I piatti popolani hanno sempre un loro perché e quella della ratatouille era quella di mescolare e cuocere insieme a fine estate tutte le verdure di fine stagione, esaltandone il sapore attraverso una cottura lunga arricchita con erbette. Nel corso del Novecento la ricetta è stata ripresa da grandi chef che l'hanno portata nei ristoranti e nel 2007 pure dalla Pixar, che le ha dedicato un cartone animato.

5 utensili per cucinare francese

1. "Couteau" di tutti i tipi

nella cucina francese esistono centinaia di coltelli diversi, soprattutto coltelli da formaggio, calibrati a seconda della morbidezza di ciò che devono tagliare. Un coltello da formaggio particolare dispone di una lama a due punte per poter infilzare i pezzi di "fromage" appena tagliati e riporli sul piatto senza toccarli.

2. "Sac-a-poche"

celebre dosatore a sacchettino che viene riempito con le creme, utilissimo per guarnire dolci e torte.

3. "Pince a escargots"

a proposito di lumache, i francesi hanno pure una forchetta particolare che si usa che mangiare questo piatto ritenuto prelibato, anche se a certe persone fa storcere il naso. È una piccola forca a due rebbi che si infila facilmente all'interno del guscio delle chiocciole.

4. "Chinois"

è il colino a forma di cono per filtrare le "soupe", ossia le minestre e le zuppe.

5. "Cuillere parisienne"

siccome c'è una posata particolare per ogni sorta di cibo, anche la frutta ha il suo! Si tratta di un cucchiaio speciale fatto apposta per scavare all'interno della polpa a cavare palline di frutta, utili da usare in pasticceria.

Per cucinare francese in modo tradizionale, può essere utile sì disporre di qualche utensile particolare, ma l'ingrediente fondamentale sono le materie prime, ad esempio burro d'alta qualità, formaggio proveniente dalla Francia e ortaggi freschi. E poi sarà il cuoco a misurarsi con le abilità richieste dalla tradizione francese!

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venerdì 29 ottobre 2021 08:00:00 Europe/Rome Da Sottosconto cucina, creatività, tradizione, Curiosita'
Curiosità e utensili della cucina asiatica
Ecco alcune curiosità della diffusissima cucina asiatica. Scopri le tradizioni e gli utensili per preparazioni di ottimo livello!Read More
venerdì 22 ottobre 2021 17:27:49 Europe/Rome Da Sottosconto Curiosita'
10 curiosità e falsi miti della cucina italiana

La cucina italiana è famosa in tutto il mondo, tanto che la sua diffusione su vasta scala ha dato vita a stravaganti reinterpretazioni delle sue ricette più tipiche e ha alimento la proliferazione di miti e curiosità. Vediamone alcuni!

5 curiosità sulla cucina italiana che si sottovalutano

1. Quando salare l'acqua della pasta

L'eterno dilemma: prima o dopo che l'acqua arrivi all'ebollizione? In teoria si sala l'acqua solo dopo perché il contenuto di sale andrebbe a rallentarne il processo. Molti, però, salano appena mettono la pentola sul fuoco per evitare di dimenticarsene! Minuto più, minuto meno non cambia molto. Da evitare, invece, lo sbaglio di dare anche solo un minuto in più alla pasta in pentola!

2. Bere l'acqua prima del caffè

Il caffè al mattino è una tradizione italiana irrinunciabile, ma non tutti sanno che è più sano bere un bicchiere d'acqua prima del caffè. Questo perché quando ci svegliamo siamo disidratati ed il caffè è un diuretico. Un bicchiere di acqua invece rappresenta un'abitudine salutare perché va a equilibrare i livelli di idratazione prima di assumere il rituale caffè.

3. I primi spaghetti nella letteratura

La prima menzione scritta degli spaghetti in letteratura, più precisamente nelle cronache di viaggio, risale al 1154, quando il geografo arabo Al-Idrin giunse a Palermo e descrisse un piatto tipico che qui si consumava: il tryha, un cibo costituito da fili fatti con farina di grano, gli antenati dei nostri spaghetti!

4. Il nome della mozzarella

Nel dialetto napoletano il termine "mozzare" significa tagliare, che nella lavorazione della mozzarella indica una precisa fase della sua preparazione. La prima registrazione di questa parola risale al 1570, quando lo scrittore Bartolomeo Scappi cita in un libro dedicato alla cucina regionale un formaggio locale, la mozzarella, destinato a diventare celebre in tutto il mondo.

5. Storia e cucina

Quando ci riferiamo alla cucina italiana pensiamo a una tradizione con profonde radici storiche. Ma a volte dimentichiamo che negli ultimi secoli la varietà degli ortaggi è stata incredibilmente arricchita da un fatto che ha sconvolto non solo la storia ma anche la gastronomia d'Europa: la scoperta dell'America. Peperoni, patate, pomodori, mais e zucca sono entrate nella nostra dieta gradualmente solo dal XVI secolo in poi. Fa riflettere, no?

5 falsi miti sulla cucina italiana

1. Pepperoni pizza

Famosissima all'estero, la pizza con la salsiccia chiamata Pepperoni, nella penisola in realtà non esiste. Al massimo c'è la pizza con i peperoni, ma per avere la salsiccia da noi bisogna chiederla in aggiunta!

2. Fettuccine Alfredo

Ecco un altro piatto celebre all'estero, ma quasi sconosciuto qui in patria: le fettuccine Alfredo. Condite con burro e parmigiano, fuori dall'Italia passano per un primo piatto tipico.

3. Il ketchup sulla pasta

Ok, è sempre una salsa di colore rosso, ma il ketchup non ha nulla a che vedere con la salsa di pomodoro. Non c'è nemmeno bisogno di spendere altre parole, i veri amanti della passata capiranno.

4. Il riso o la pasta come contorno

Quando si è in viaggio fuori dal Bel Paese a volte capita di trovare un piatto con vari ingredienti accompagnati da una porzione di pasta o di riso come contorno. In Italia la pasta e il riso non sono mai un contorno, ma sono sempre serviti come primo piatto. Qualsiasi altra fantasiosa commistione non fa parte della nostra gastronomia tradizionale!

5. La pasta con il pollo

Sui bizzarri condimenti della pasta all'estero si potrebbe scrivere un libro. Tra questi c'è il pollo. Nelle nostre ricette non si è mai vista la pasta condita con pollo e piselli come se fosse un'insalata, eppure fuori dai nostri confini se ne vedono di tutti i colori!

Un'ultima curiosità sulla moka

Vi sarà magari capitato che qualche amico dopo un pranzo insieme si proponga di lavare i piatti e si accinga ad aprire e insaponare la moka appena usata. Ma è risaputo che la caffettiera non si lava! Per preservare il più possibile il gusto del caffè è bene sciacquare tutti i componenti della moka solo ed esclusivamente con l'acqua.

sabato 16 ottobre 2021 08:32:47 Europe/Rome Da Sottosconto cucina, forni, pietra, pizza, , Curiosita'
Disciplinare SGT: pizza verace napoletana

Pizza e le varietà di realizzazione

Focaccia pugliese, pinsa romana, pizza emiliana. Di pizze ce ne sono tante, nate tutte dalle tradizioni gastronomiche regionali, così diverse e dalle altrettanto differenti preparazioni. Infatti, anche se nella maggior parte delle case italiane vengono preparati con impasti più o meno simili, i veri pizzaioli si attengono a scrupolose regole affinché ogni tipologia di pizza mantenga caratteristiche ed aspetti ben precisi. Per questo motivo la pizza in teglia romana o la tipica pizza napoletana vengono realizzate prestando attenzione a determinati criteri, sia in merito alla preparazione dell'impasto, che alla cottura.

I disciplinari della pizza: quali, cosa sono e a cosa servono

Sono proprio questi criteri prima citati a determinare l'autentica ricetta e preparazione di ogni tipo di pizza ed è per questo che la tradizionale e garantita pizza napoletana, per essere definita tale, rispetta passo passo le regole redatte da pizzaioli professionisti, i quali hanno stabilito quali passi compiere per ottenere un prodotto autentico. Stiamo parlando del disciplinare di produzione della vera pizza napoletana e grazie ad esso chiunque può realizzare un prodotto tipico, capace di rispondere ai requisiti che questo tipo di pizza richiede.

Di disciplinari ne esistono diversi, ognuno di esso viene realizzato proprio allo scopo di non rendere ogni tipologia di pizza un prodotto "personalizzato", ma piuttosto si vuole creare uno standard e soprattutto indicare le procedure e i materiali da utilizzare proprio per non creare fraintendimenti di sorta. Addirittura, coloro che vogliono pregiarsi di una sorta di titolo che certifichi l'autenticità del proprio prodotto, possono richiedere l'assegnazione e l'autorizzazione del marchio "Verace Pizza Napoletana", naturalmente seguendo alla lettera le indicazioni del disciplanario e ovviamente dopo aver permesso all'associazione di eseguire tutte le verifiche e i controlli del caso.

Tratti salienti del disciplinare STG

Per realizzare in casa un'autentica pizza napoletana è consigliabile seguire le indicazioni del disciplinario, naturalmente nel limite del possibile e dei mezzi che si hanno nella propria abitazione. Secondo il disciplinare è opportuno innanzitutto individuare le caratteristiche principali del prodotto che possono essere riportate principalmente a due tipi di pizza ossia alla marinara e alla margherita.

La forma è tondeggiante, è presente il famoso cornicione alveolato, la base è morbida e fragrante e dovrà dare la possibilità di eseguire una piega a libretto. Attenzione poi alla ricetta, da seguire alla lettera. Per ogni litro di acqua vanno utilizzati circa 50 gr di sale, lievito di birra fresco, da 0.1 a 3 g e dai 1,600 ai 1,800 Kg di farina 00, (secondo il grado di assorbimento). Tra le regole fondamentali inerenti alla ricetta dell'impasto ci sono poi quelle che si riferiscono agli zuccheri e ai grassi che devono essere assolutamente assenti.

Per eseguire l'impasto occorre semplicemente unire gli ingredienti. Esso può essere lavorato nell'impastatrice a forcella e il risultato dovrà risultare non appiccicoso, morbido ed elastico. A questo punto si può iniziare a lavorare l'impasto creando dei panetti di circa 200 grammi ognuno che andranno riposti separatamente in contenitori appositi per poi lasciarli lievitare almeno 3-4 ore a temperature idonee.

Solo dopo questa fase si può prendere il panetto per formare il disco. Questa operazione va eseguita rigorosamente a mano, creando naturalmente il cornicione esterno dove si svilupperà l'alveolatura, a differenza della base che sarà più sottile e dallo spessore omogeneo.

A questo punto è possibile procedere al condimento che, come detto prima, può essere per tradizione o alla marinara o semplicemente con pomodoro, mozzarella, olio e basilico, come ogni pizza margherita verace napoletana.

Importante secondo il disciplinare è che gli ingredienti siano di prima qualità, come il pomodoro e la mozzarella, possibilmente certificati DOP

Una volta condita la pizza occorre trasportarla su una pala di legno o alluminio, aiutandosi con un pò di farina, per poi cuocerla esclusivamente nel forno a legna. La cottura, di circa 3 minuti, va controllata alzando i lembi laterali fino a che il bordo e la base risultino ben cotti e dorati.

Conclusione: consigli in cucina

Fare in casa la vera e autentica pizza napoletana verace è il sogno di molti. Se prima però non era semplice reperire prodotti di qualità DOP, farine specifiche e forni professionali di uso casalingo oggi fortunatamente si può e quindi chiunque può realizzare da sé una pizza di ottima qualità.

Oltre che seguire le indicazioni del disciplinare è saggio perciò acquistare prodotti e farine di alta qualità e naturalmente dotarsi di tutti gli strumenti indispensabili per la cottura come una pala per pizza e un forno professionale casalingo dotato di base in pietra refrattaria perché, per le pizze tipiche italiane è fondamentale garantire una cottura in grado di offrire un prodotto fragrante e senza ristagni di umidità che comprometterebbero la buona riuscita della pizza stessa.

venerdì 8 ottobre 2021 15:23:00 Europe/Rome Da Sottosconto Curiosita'
Disciplinare Autentica pizza in teglia alla Romana

La pizza e le varietà di realizzazione

In Italia le ricette regionali sono numerose, così come lo sono le tipologie di impasti di pizze e di prodotti da forno, prodotti apparentemente simili tra loro, ma in realtà profondamente diversi. La focaccia ligure, la pizza napoletana o la pinsa romana sono solo alcuni esempi e sono in molti a credere che questi prodotti prevedano l'impiego dello stesso tipo di impasto o che richiedano le stesse tecniche di preparazione. Nel vasto panorama della storia della pizza e delle varie ricette esistenti è possibile trovare fortunatamente una sorta di vademecum il quale racchiude tutte le regole e gli ingredienti richiesti per fare una pizza tipica a regola d'arte.

Questi vademecum vengono chiamati dagli addetti ai lavori "disciplinari" e grazie ad essi un qualsiasi pizzaiolo, che si trovi in una qualsiasi parte del mondo, può realizzare una pizza tipicamente napoletana o ad esempio romana.

I disciplinari della pizza: cosa sono e a cosa servono

Un disciplinario è costituito da veri e propri articoli attraverso i quali si descrivono con precisione le caratteristiche del prodotto e i metodi di produzione. Allo stesso modo si indicano le dosi della ricetta e i tempi della lievitazione, così come le tecniche della lavorazione dell'impasto. Naturalmente non mancano le indicazioni sulla cottura e sugli strumenti da utilizzare.

Un disciplinare è per i pizzaioli un vero e proprio punto di riferimento, non solo perchè esso garantisce la riuscita di un prodotto realizzato a regola d'arte, ma perché questa guida, che a tratti può sembrare una sorta di statuto, viene realizzato da associazioni e da professionisti del settore, insomma da veri intenditori.

Tratti salienti del disciplinare Autentica Pizza in Teglia alla Romana"

Grazie ai disciplinari abbiamo visto che un prodotto tipico e tradizionale, come l'autentica pizza in teglia alla romana, può essere riprodotto da qualsiasi pizzaiolo e in qualsiasi luogo del mondo egli si trovi. Naturalmente ci sono delle condizioni ossia occorre possedere la giusta strumentazione e naturalmente seguire alla lettera le indicazioni contenute proprio in questi disciplinari. Perciò per fare in casa un'autentica pizza in teglia alla romana potrebbe essere sufficiente seguire queste linee guida.

Ma quali sono i criteri da seguire per ottenere un buon prodotto in linea con quanto scritto nei disciplinari? In primo luogo occorre comprendere cos'è una pizza in teglia alla romana, detta anche pinsa romana. Questa tipologia di pizza, secondo i disciplinari, è generalmente cotta in una teglia delle dimensioni di circa 60 cm per 40 cm. La pizza in teglia alla romana inoltre non presenta cornicioni alle estremità e la superficie ha uno spessore omogeneo. Caratteristica fondamentale è l'alveolatura, molto ampia, con diametri che raggiungono anche i 15 millimetri di diametro.

L'impasto dell'autentica pizza in teglia alla romana viene detto anche "ad alta idratazione" e quindi, per mantenere l'impasto tale, esistono due tipologie di preparazione, ma sia usando un'impastatrice o con il medoto "no-knead" si seguirà questa ricetta per fare una pizza adatta ad una teglia di cm 60x40:

  • Farina (medio-forte, con W compreso tra 300 e 380): g. 725
  • Acqua (fredda a 4°): g.580
  • Sale g.18 (pari a circa 25 gr/kg di farina e a 30 gr/litro d'acqua)
  • Olio g.15 (pari a circa 20 gr/kg di farina e a 25 gr/litro d'acqua)
  • Lievito di Birra compresso g.4

In merito alla lievitazione occorre dividere questo processo in più fasi, ma solo se è stata utilizzata un'impastatrice. In questo caso occorre attendere un periodo di circa un'ora prima di riporre l'impasto in frigo, in un contenitore chiuso. Il tempo di lievitazione a questo punto è di minimo 24 ore fino ad un massimo di 72 ore ed è valido anche se si sceglie di utilizzare il metodo "no- knead". Questo metodo prevede la preparazione dell'impasto mescolando tra loro gli ingredienti, senza impastare né a mano, né con l'impastatrice o la planetaria.

Solo dopo una buona lievitazione e maturazione è possibile procedere con la lavorazione dell'impasto che inizia spolverando di farina il piano di lavoro. Tagliando una porzione di impasto del peso minimo di 960 grammi, fino a un massimo di 1.440 grammi, si procede alla formatura, creando un panetto, per poi procedere alla formazione di una o più pieghe. Fatto ciò si lascia lievitare il panetto per un'altra ora.

Questa lievitazione viene chiamata "apretto" e serve a creare l'alveolatura. Solo dopo questa fase si può procedere con la stesura, ungendo la teglia e predisponendo il panetto su un piano di lavoro cosparso della farina necessaria per la lavorazione. Con i polpastrelli si allarga la forma e si un rettangolo adatto alla teglia, senza creare cornicioni.

Una volta condita la pizza a proprio piacimento la pizza è pronta per essere infornata. Naturalmente il condimento può avvenire anche a freddo, ossia una volta che la base della pizza bianca è cotta e si è raffreddata. La temperatura del forno varia in base al forno utilizzato, ma considerando una temperatura di circa 280° la pizza impiegherà un tempo pari ai 10 minuti circa. La cottura deve garantire la cottura ottimale, la friabilità e la croccantezza del fondo. Secondo il disciplinare la corretta cottura inoltre deve evitare qualsiasi condensa di vapore al fine di realizzare un prodotto tipico e autentico quale la pizza in teglia alla romana.

Conclusioni (come fare una buona pizza fatta in casa)

I disciplinari non si rivelano indispensabili solo per i pizzaioli professionisti, ma anche per coloro che intendono fare un'autentica pinsa romana a casa. Seguendo le linee guida e la ricetta, a coloro che vogliono cimentarsi in una preparazione a regola d'arte di questo tipo di pizza non rimane che prestare attenzione alla qualità dei prodotti utilizzati. Attenzione alla cottura, perché è il forno qui a fare la differenza. Dal momento che la pizza in teglia alla romana deve sviluppare in cottura le bolle necessarie per formare l'alveolatura, l'ideale è utilizzare un fornetto per pizza dotato di pietra refrattaria o acquistare speciali teglie realizzate ad hoc per evitare condense di vapore.

sabato 2 ottobre 2021 15:18:15 Europe/Rome Da Sottosconto impasto, pizza, forno, riutilizzo, Curiosita'
Pranzo in Fabbrica: cosa mangiare
L’alimentazione sul lavoro è di fondamentale importanza, come dimostrano gli studi infatti coloro che seguono un piano alimentare corretto sono anche più produttivi perché hanno tendenzialmente uno stile di vita sano e salubre e questo migliora anche la vita delle imprese.Read More
lunedì 7 giugno 2021 09:43:19 Europe/Rome Da Sottosconto Curiosita'

Per anni l’impasto della pizza è stato quello classico, con la farina bianca. Nell’ultimo decennio però è stato fatto un grande lavoro alla scoperta delle proprietà e delle capacità degli impasti realizzati con un mix di farine differenti. Sfruttando tipi di impasto alternativi è possibile ottenere delle pizze più buone, croccanti, in grado di esaltare meglio le caratteristiche intrinseche del prodotto ma anche degli ingredienti abbinati. La base per la pizza è sempre la stessa: acqua, lievito, sale e farina. Ma questo è il nodo principale, la farina non solo può variare ma si può anche sperimentare unendone tipologie diverse insieme.

Pizza e ingredienti: come ottenere il miglior risultato

Fare la pizza in casa, come quella del ristorante, è una grande sfida ma con gli ingredienti giusti e il prodotto idoneo per la cottura come il fornetto Spice è possibile ottenere un risultato degno di nota. La pizza è un prodotto che richiede ingredienti molto semplici: acqua, farina, lievito e la farcitura a piacere. Tuttavia il fulcro della preparazione è nell’impasto.

La prima cosa che bisogna chiarire è che ogni tipo di farina si comporta diversamente, ha bisogno di un bilanciamento diverso con l’acqua e quindi dei tempi di lavorazione e lievitazione che possono variare. Ci sono però alcuni validi consigli da seguire nella preparazione della pizza. Per scegliere l’impasto perfetto è utile optare o per un tipo che possa avere le caratteristiche preferite come croccantezza, morbidezza, spessore, friabilità oppure fare un mix, così da unire insieme tutte le farine che permettono di raggiungere il risultato sperato.

Per la lievitazione è importante la temperatura, se si vuole una lievitazione rapida bisogna porre l’impasto in un luogo caldo ma se invece si vuole far lievitare la pizza molto lentamente è importante porre l’impasto in frigo. Lavorare con le mani la preparazione è possibile, non occorre necessariamente un apparecchio meccanico, è importante quindi darsi da fare per renderlo morbido al punto giusto.

Per ottenere il miglior risultato in fase di cottura è indispensabile avere uno strumento adeguato che permetta di cuocere la pizza in tempi brevi, senza far sgonfiare l'impasto nè bruciarlo.

Tipologie di impasto

La farina integrale è molto simile a quella classica, conferisce maggiore gusto e, quando unita ad un mix, permette di renderlo più nutriente. Ci sono farine integrali o semi integrali, in base al risultato che si vuole ottenere. La resa in questo caso è spettacolare in termini di compostezza e tenuta.

La farina kamut è ideale sia assoluta che mixata con le altre, è molto simile al grano duro quindi si può usare in sostituzione, permette di assorbire molta acqua e lievita particolarmente bene quindi è perfetta per conferire spessore.

Gli impasti a base dei cinque cereali sono gustosi e vantano una parte anche di farina integrale. Poi vi sono farro, orzo, segale e avena ma possono variare e includere anche dei semi come quelli di lino o girasole. Servono a dare sapore alla pizza, l’impasto ideale come base per verdure, salumi e formaggi grazie alla sua caratteristica molto rustica.

Un altro impasto interessante è quello a base di farro che esiste sia bianco che integrale. Ha delle caratteristiche simili al frumento, assorbe meno acqua delle altre ed è molto tenero. Questo viene utilizzato solitamente non assoluto ma mixato con gli altri per conferire alla pizza morbidezza. In commercio si trova anche il farro Enkir che ha un ridotto contenuto proteico ed è molto simile alla farina tradizionale.

La farina di grano arso viene utilizzata sempre con farine con glutine, facendo da base per il suo colore scuro e il gusto molto deciso.

Cucina e ricette da forno

Per cucinare la pizza nel fornetto elettrico è possibile liberare la fantasia ma anche utilizzare una strategia semplice. Se si vuole ideare una pizza come base per ingredienti a freddo si può preparare un bel mix gustoso con diverse farine e spennellarlo con olio EVO, sale e rosmarino. Si potrà poi condire una volta pronta con burrata, pomodorini, tonno e olive nere, mortadella e crema di pistacchio.

Per andare sul classico invece la pizza con pomodoro e mozzarella rappresenta un classico con cui non si cade mai in errore. Si può usare la polpa, i pomodorini o la passata a piacimento. Per i bambini è possibile optare per del formaggio in fette.

Pizza fatta in casa e cotta con il "forno elettrico spice caliente"

L’impasto della pizza è la base fondamentale per la riuscita ma anche la cottura è uno degli elementi chiave. In casa risulta complicato farla in forno ed ottenere una pizza come quella del ristorante, per questo esiste una valida soluzione come il forno pizza Spice Caliente che è completamente elettrico e permette di cuocere la pizza tonda ottenendo il risultato pari a quello professionale con la giusta croccantezza e con tutto il gusto di una lievitazione corretta che permette di esaltare l’impasto.

Il forno pizza Caliente permette di ottenere il risultato preferito quindi una pizza più alta o più bassa, più o meno croccante, cucinandola in soli 5 minuti.

venerdì 2 aprile 2021 16:07:46 Europe/Rome Da Max Massimiliano Curiosita'
Pizza fatta in casa, ricette da fare con i bambini

Vita da bambini: finiti i compiti, che si fa? Si gioca, da soli o con gli amici, si guarda la TV, si sta al PC o al tablet…
Ma se mamma li invitasse a fare la pizza? Non c’è bambino che rifiuterebbe, perché in ognuno di loro batte un cuore da sous chef.

Quante volte li abbiamo sorpresi in giardino a confezionare "dolcetti", impastando terra e acqua? Beh, questo ci dice che se proporremo loro di preparare insieme una bella pizza, li faremo felici.

1. Ricette da fare con i bambini: la pizza

Stare in cucina con i bambini è divertente (per loro e anche per noi...) ed è un modo di passare il tempo in maniera costruttiva.
Perciò, quando si vuole fare qualcosa per distrarre i piccoli dalle consuete attività, la parola d’ordine è: impastare! Un’attività che rappresenta un compito da portare a termine e dà soddisfazione, ma anche un momento di condivisione con i "grandi", che fa sentire grandi anche i più piccini.

Gli ingredienti per fare la pizza sono facilmente reperibili e la preparazione ha bisogno solo di rispettare poche semplici regole; una parte dei compiti verrà svolta da un adulto, il resto può essere lasciato fare al bambino. E se i bambini coinvolti sono più di uno, è importante assegnare ad ognuno un compito di cui essere responsabile.

2. Fare la pizza in casa con i bambini: tra educazione e gioco

Una ricetta semplice come quella della pizza è ideale per imparare qualcosa e permettere al bambino di trascorrere una parte del suo tempo libero in un’attività divertente, diversa da quelle consuete. La ricetta della pizza Margherita, ad esempio, è semplice da realizzare anche per un bambino e, con l’aiuto di un adulto, sarà davvero...un gioco!

La Margherita, poi, è la pizza più popolare, amata veramente da tutti: i suoi condimenti semplici esaltano e definiscono i sapori. È adatta specialmente ai bambini perché moderatamente calorica e perché, spesso, i più piccoli non amano i troppi condimenti.

C’è chi preferisce la mozzarella fior di latte, chi quella di bufala, gli intolleranti al lattosio o i vegani possono scegliere di condirla con formaggio vegetale, sempre e rigorosamente aggiunto a fine cottura, così si scioglie bene senza bruciarsi.
Ne facciamo una?

3. Ricetta della pizza margherita e attività

Per la preparazione della pizza Margherita ci vogliono circa 30 minuti, ma consideriamo che per una corretta lievitazione serviranno non meno di 3 ore.

Inizia la mamma, versando 300 g di farina di grano duro su una spianatoia, per formare quella che viene chiamata tradizionalmente la "fontana", al centro della quale va scavato un buco dove sciogliere ½ cubetto di lievito di birra (circa 5 g), in 150 ml di acqua tiepida. Quindi, si aggiungono 20 g di olio EVO e 10 g di sale fino.E, a questo punto, inizia la parte più divertente: si comincia a impastare con le mani, per creare una soffice palletta che va poi messa a lievitare, coperta con un canovaccio, per almeno 3 ore o finché non avrà raddoppiato il suo volume.

Quindi, la pasta lievitata va presa, "stagliata" in panetti da circa 180 g ciascuno (e sarà ancora divertente lavorali per renderli belli tondi), che andranno stesi per formare pizze da circa 32 cm di diametro.

Basterà condire ogni pizza con due o tre cucchiai di salsa di pomodoro insaporita con olio e sale e infornare.
Una volta sfornata, sulla pizza ancora calda si aggiungerà la mozzarella, le immancabili foglioline di basilico fresco e un filo d'olio EVO a crudo.

Ricordiamo che la cottura della pizza ha bisogno di temperature altissime: va bene anche il forno di casa preriscaldato alla massima temperatura, ma se avessimo uno strumento che ci consente di cuocere la pizza in maniera professionale?
Con un fornetto per pizza come il fornetto elettrico Spice Caliente, basteranno 5 minuti di cottura e il risultato sarà sempre impeccabile.

4. Cena o merenda: la pizza è pronta fra 5 minuti

La pizza è un alimento completo, contiene carboidrati, grassi insaturi (come l’olio EVO), le proteine della mozzarella: è un’ottima cena per tutta la famiglia, ma anche una merenda perfetta e prepararla insieme è un’attività che impegna in maniera costruttiva un pomeriggio in casa.

Fare la pizza è facile, mette allegria e poi...il risultato è così buono!

L’impasto si può preparare e tenere in frigo fino a 3 giorni, oppure congelare, tirandolo fuori qualche ora prima di quando serve.

E con il forno elettrico Spice Caliente, in soli 5 minuti la pizza è cotta a puntino, grazie alla resistenza superiore che raggiunge i 400 °C di temperatura. La pietra refrattaria simula alla perfezione il piano cottura di un forno professionale e la calotta in acciaio inox mantiene il calore all’interno per poter sfornare più pizze, una dopo l’altra.

Il fornetto Caliente di Spice Electonic non rilascia cattivi odori né fumo ed essendo dotato di termostato, permette di regolare la temperatura per cuocere tante altre pietanze, anche torte e biscotti.

Da ricordare, per un altro pomeriggio creativo in cucina insieme ai bambini!

venerdì 2 aprile 2021 15:40:50 Europe/Rome Da Max Massimiliano Curiosita'
conservazione degli alimenti, essiccatori

La giusta conservazione domestica degli alimenti, sia crudi che cotti, evita il deterioramento dei cibi, preservando la salute e riducendo gli sprechi alimentari.

Per adottare le corrette modalità di conservazione, bisogna conoscere i fattori che provocano l’alterazione degli alimenti, primi fra tutti i batteri e le muffe, ma è necessario anche evitare di conservare i cibi in condizioni ambientali inadeguate.

1. Alimenti e stagionalità

Una corretta alimentazione, oggi soprattutto, deve basarsi sul consumo sostenibile e consapevole: la prima buona regola da seguire è quella di preferire frutta e verdura "di stagione", più ricca di gusto e di proprietà nutritive.

La seconda consiste nel curare la conservazione dei cibi, per mantenere intatte le qualità organolettiche dei singoli prodotti, evitando il deperimento e, di conseguenza, lo spreco delle risorse alimentari.

Per essere idonee, dunque, le modalità di conservazione devono sempre fare riferimento alla natura dei diversi alimenti, valutandone la potenziale attaccabilità da parte di dannosi agenti esterni.

2. Alimenti stabili e non stabili

Ai fini di una corretta conservazione, vanno distinti gli alimenti "stabili" da quelli "non stabili" (deperibili o semi deperibili).

Gli alimenti "stabili" hanno un contenuto di acqua molto ridotto: ad esempio, la pasta secca, il riso, lo zucchero, il sale, ma anche i biscotti secchi, il caffè, gli alimenti liofilizzati e molti altri con le stesse caratteristiche. Questa tipologia di alimenti si può conservare a temperatura ambiente anche per un tempo molto lungo.

Gli alimenti "non stabili" sono invece quelli fisicamente deperibili, la cui conservazione richiede attenzioni maggiori. Tra gli alimenti "non stabili" si ricomprendono anche tutti i cibi che siano già stati cucinati, sia attraverso procedimenti industriali, che tramite la cottura domestica.

Mentre gli alimenti "stabili" possono essere conservati a temperatura ambiente senza particolari accortezze (se non quella di mantenerli in luoghi puliti, freschi, asciutti e lontani da fonti di luce o di calore), per gli alimenti deperibili esistono diversi metodi di conservazione.

3. Escursus sui metodi di conservazione casalinga

3.1 La refrigerazione e il congelamento

Normalmente gli alimenti deperibili vanno tenuti in frigorifero (tra 0 e 8 °C) o in freezer (tra -5 e -12 °C), oppure in congelatore (nel quale la temperatura ideale è -18 °C): il freddo, infatti, è un alleato formidabile per evitare che la composizione chimica di un alimento venga alterata da contaminazioni batteriche.

Tuttavia, bisogna rilevare che il freddo "addormenta" i batteri, non li uccide: ciò significa che la refrigerazione rallenta, ma non esclude, un eventuale deperimento alimentare.

3.2 Il sottovuoto

Può essere utilizzato per ogni tipo di alimento e consiste nell’isolare i cibi dall’aria, racchiudendoli in appositi contenitori e sottraendoli agli agenti esterni. In commercio si possono reperire molti dispositivi per realizzare anche in casa il sottovuoto degli alimenti, consentendo così di conservarli con maggiori garanzie di durata del prodotto.

3.3 Le conserve

Uno dei metodi di conservazione più antichi è la "salagione", la conservazione di alimenti come carne, pesce e vegetali che sfrutta le proprietà antibatteriche e disinfettanti del sale, anche con l’aggiunta di acqua ("salamoia").

Anche la conservazione sott’olio o sott’aceto è uno dei sistemi più classicamente utilizzati per proteggere gli alimenti da dannosi micro organismi.

Le conserve sott’olio vanno sempre accompagnate dalla pastorizzazione degli alimenti o dalla sterilizzazione dei contenitori, per scongiurare il pericolo di contaminazione da parte del botulino, un batterio letale per l’organismo umano. Meno a rischio le conserve sott’aceto, grazie al potere antisettico dell’acido acetico, anche se è buona norma procedere alla pastorizzazione domestica anche per le conserve acide.

3.4 L’essiccatura

Forse la più antica forma di conservazione degli alimenti, che consiste nella disidratazione degli alimenti realizzata esponendoli al contatto diretto con la luce del sole e con l’aria. Al giorno d’oggi, con i livelli di inquinamento atmosferico ormai molto più elevati che in passato, questa forma di conservazione è difficilmente attuabile, soprattutto in città.

Per questo, è meglio utilizzare gli appositi dispositivi per essiccazione, che garantiscono un risultato ottimale dal punto di vista del rispetto delle norme igieniche e di sicurezza. Gli essiccatori domestici, come Teseko di Spice Electronics, consentono di ottenere lo stesso risultato della disidratazione naturale, ma in maniera assolutamente sicura e in tempi notevolmente più ridotti.

4. Consigli e best practices per conservare e gustare gli alimenti durante tutto l'anno

Seguire il criterio della stagionalità nella scelta dei cibi da consumare, soprattutto dei vegetali, è il sistema migliore per assicurare al nostro organismo il giusto apporto dei nutrienti, contenuti in massima parte negli alimenti che vengono raccolti quando arrivano a piena maturazione.

Ma se vogliamo fare scorta di frutta e verdura estiva, per poterla consumare anche nei mesi freddi, non ci resta che procedere alla sua corretta conservazione. Ricordiamo che le conserve sono un’ottima risorsa di conservazione alimentare, ma vanno preparate nel rispetto assoluto di norme di sicurezza, prima fra tutte la sterilizzazione e l’integrità dei contenitori.

Abbiamo anche visto come l’essiccatura sia uno dei metodi di conservazione più facili e sicuri da praticare, specialmente con l’uso dei moderni essiccatori domestici, come Teseko: grazie alle condizioni interne che simulano l’essiccazione naturale, gli alimenti mantengono i loro principi nutritivi, conservando il gusto e l’aroma del prodotto fresco.

venerdì 2 aprile 2021 15:27:05 Europe/Rome Da Max Massimiliano Curiosita'
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